Dove sono gli autori dello striscione vergognoso rivolto a Milinkovic? Salgono, salgono sul carro dei vincitori.  Mai ‘na gioia? L’Olimpico arriva in soccorso e Sergione regala la “gioia natalizia”.

Inzaghi aveva promesso la difesa a 4, poi è arrivato con quella a 3, 2+Acerbi il bomber, ma la vera notizia è che il gigante serbo sigla la rete del vantaggio.

Modulo va, modulo non va, Milinkovic torna e la Lazio gira. Torna dal letargo, o forse torna al suo, da centrocampista classico e contenitivo, torna offensivo.
Mai in panchina, considerato sempre e comunque insostituibile.
Tesseva nell’ombra il gigante serbo, in un ruolo più ristretto, fondamentale ma poco spettacolare. La Milinkocrazia vera però, risplende quando il ragazzone di quasi 2 metri torna per mordere.

Attenzione attenzione,  il modulo in realtà è cambiato e lo ha detto proprio Sergej ai microfoni di Lazio Style Channel:

«Abbiamo cambiato modulo, forse è anche quello. Ho aperto io le marcature, e speriamo che anche le prossime giornate vadano così. Oggi ho giocato in una nuova posizione, visto il gol ti dico che va bene…a parte gli scherzi, gioco come e dove deciderà il mister. Mi è scappata qualche lacrima perchè il goal mi mancava molto. Ho lavorato giorno per giorno per riuscirci, speriamo non sia l’ultimo».

Ancora qualcuno lo chiamerà “viziato”? Un ragazzo che pianse rifiutando la Fiorentina perché voleva giocare nella Lazio, un ragazzone di quasi 2 metri che si commuove perché ha segnato in casa sua.
Questa è la vera natura del Sergente: tanta stazza e tanto cuore.

Tutto si riduce sempre a “mentale”. Il problema è mentale, non certo tecnico, il problema è nella mancanza di motivazioni, chissà se il gol latitante da mesi, è servito a far scivolare via l’ansia da prestazione e soprattutto le critiche.

Milinkovic non è un ritorno qualsiasi, è un ritorno alla classe, al buon gioco, al bel calcio.

Finalmente lo abbiamo rivisto in campo con tutto lo splendore che aveva fatto innamorare lo scorso anno, in tutto quello che possiede un calciatore quotato sul mercato 150 milioni.

La Lazio ha vinto perché Milinkovic è tornato a fare il Milinkovic. Sarà stato un caso?
No, non credo.

Ditegli quello che vi pare ma non vi azzardate a chiamarlo mercenario o dello zingaro, un ragazzo di 23 anni, che diede la sua parola alla Lazio e rifiutò la Fiorentina.
Un ragazzone che,nonostante le mille voci di mercato, ha deciso di rinnovare il suo contratto.
Un ragazzo di 23 anni che dopo settimane di critiche non si è mai abbandonato ad una parola fuori posto.

Ha segnato e non esulta, ma piange.
Io ti vorrò sempre un gran bene Sergione, sei uno dei pochi giocatori “puri” che merita un grande palcoscenico che, a malincuore, ammetto forse non potrà essere la Lazio.

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